"Shakespeare" di Elchin
E se il teatro fosse la forma migliore di cura per l'animo umano? Questo è il messaggio che è arrivato al pubblico tranese che sabato 14 e domenica 15 ha assistito allo spettacolo "Shakespeare" di Elchin per il festival Shakespeare in the Castle.
Lo
spettacolo organizzato come un workshop spettacolarizzato si è articolato in
modo itinerante, spostandosi all’interno delle sale del castello svevo e
trascinando letteralmente il pubblico che grazie alla notevole bravura dei
protagonisti, interpretati da: Zulima Memba nella parte del primario, Angelo
Petrone nella parte del dottore, Lorenzo Talotti nella parte dell’inserviente,
Guido Silveri nella parte della Moglie/Marito, Daniele Ciglia in quella di
Stalin, Patrizia Di Fulvio momentaneamente nella parte di Sarah Bernhardt, Anna
Pieramico nella parte di Barra 13 e Giulio Scocchia in quella del marziano ha
potuto vivere in prima persona la realtà storica ed umana nascosta nel testo di
Elchin.
Questo
spettacolo è stato curato per la regia da Patrizia Di Fulvio e con la
supervisione di Gianpiero Borgia.
Elchin
è una delle voci più note del teatro e della letteratura azera, il suo testo “Shakespeare”
è una commedia che si sviluppa in dieci scene e che racconta la storia di
alcuni pazienti di un ospedale psichiatrico affetti da disturbi di personalità,
dai quali inizieranno a guarire grazie alla passione di un nuovo paziente per
le opere di William Shakespeare. Si nota il forte messaggio dell’autore nel
voler far capire come il teatro e l’arte in generale possano non solo
allontanare da una realtà poco piacevole, ma soprattutto farci riavvicinare al
nostro vero essere.
Per la prima europea di “Shakespeare” in
rappresentanza di Elchin è arrivata sua figlia Gunay Afandiyeva, presidentessa
della Turkic and heritage foundation che si occupa del recupero e del
patrimonio culturale della Turchia.
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