Vi racconto la Disfida...
La Disfida
di Barletta: mai come quest’anno i barlettani ne sono stati
partecipi.
Non è per
nulla facile riuscire a lavorare in maniera consapevole e organizzata per un
evento celebrativo e storico come quello che tocca la nostra città.
Due
settimane piene di eventi si sono susseguite, alternando lezioni di storia a
campus specifici, spettacoli teatrali e la riapertura straordinaria del palazzo
Bonelli.
Per due
settimane, non c’è stato barlettano che non abbia criticato l’operato degli organizzatori,
mostrando non solo un attaccamento puerile al passato filologicamente
sbagliato, ma anche un eccessivo zelo nel tagliare le gambe ad un progetto
ancor prima di vederne i frutti.
Ma questo è
solo un lato della medaglia chiamata Disfida. Io voglio raccontarvi quello che
nessuno di voi ha visto e cioè l’enorme lavoro che noi ragazzi, selezionati attraverso curriculum e non raccomandati (specificare non fa mai
male) abbiamo vissuto. Due settimane di duro lavoro per prepararci al meglio a
questo grande evento che è stato il corteo trionfale.
Quattro
Campus: arti performative a cura di Gianpiero Borgia; scenografia ed
equitazione a cura di Francesco Gorgoglione; Sartoria a cura di Luigi
Spezzacatene.
In ognuno di
questi Campus c’è stato un lungo lavoro di ricerca e studio specifico, per portare
agli occhi del pubblico, i vostri occhi, qualcosa di speciale.
Quelli che
come me hanno partecipato al workshop di arti performative, si sono trovati a
lavorare sulle figure dei tredici cavalieri italiani, partendo dalle poche nozioni
storiche recuperabili e creando su queste dei racconti. Grazie alla direzione
di Gianpiero Borgia abbiamo appreso le tecniche di improvvisazione e di
rapporto con il pubblico e tanti altri piccoli elementi che non starò qui a
svelarvi. Ognuno di noi tredici, ha scelto un cavaliere, ha vissuto la vita di
quel cavaliere trasformandosi ogni giorno di più in lui: diventando un po’ come
Giovanni Brancaleone, Ettore Fieramosca, Fanfulla da Lodi, Riccio da Soragna,
Ettore Giovenale, Romanello da Forlì, Marco Corollario….
E lo stesso
si è svolto negli altri campus, in quello di scenografia dove i ragazzi hanno
lavorato agli oggetti di scena che sarebbero stati usati per il corteo, come
gli scudi con gli stemmi dei cavalieri, finalmente corretti, sotto la guida del
regista del corteo Francesco Gorgoglione o in quello di sartoria dove Luigi
Spezzacatene ha lavorato con un gruppo di ragazzi per dare un senso unitario a
tutti i figuranti del corteo, con bellissime acconciature floreali e cercando di
rendere utilizzabili la maggior parte dei vestiti che erano del Parco
Letterario; e ancora in quello di equitazione, dove tredici barlettani hanno
potuto seguire delle lezioni con stuntman arrivati direttamente da Roma, per
studiare i metodi di battaglia che si usavano nel 500!
Tutto questo
sotto la supervisione storica di Victor Rivera Magos, che ci ha guidato nel
1500, con lezioni di storia facendoci scoprire molti elementi che erano
ignorati da gran parte della popolazione, ed è proprio grazie a lui che sono
stati modificati quei piccoli errori filologici che nel passato nessuno notava!
Questo
percorso durato due settimane ci ha portato a due eventi importanti: il primo è
stato la serata del 18 settembre, dove durante il Premio “I Cavalieri Della
Disfida”, abbiamo potuto mettere in mostra i nostri lavori e dove sono state premiate le eccellenze pugliesi nel mondo; e il 19 settembre
giorno in cui si è svolto il Corteo Trionfale, che partito da due punti diversi
si è ritrovato nella concattedrale dove i cavalieri hanno salutato l’icona
della Madonna della Sfida di Paolo de Serafinis e accompagnati dalle tre grandi
voci dei maestri Paolo Candido, Pasquale Arcamone ed Alessandro Fortunato che
hanno cantato il Te Deum, di lì il
corteo è ripartito percorrendo le strade del centro della città, dove in tre
punti ha incontrato le performance di tre grandi nomi del teatro e del cinema
italiano: Paola Pitagora, Ettore Bassi e Sebastiano Lo Monaco, che hanno fatto
il racconto della Disfida, grazie a testi scritti dal barlettano Fabrizio
Sinisi. Il tutto si è concluso con un bellissimo spettacolo di fuochi
d’artificio musicali…
Anche se ne facevo parte mi sono accorta che c’era tantissima gente ad aspettare il passaggio del corteo, e anche se non vedevo un granché non avendo gli occhiali, ho sentito molti commenti di gente a cui passavo accanto, alcuni commenti carini e soddisfatti, altri meno belli e tristi, ma questo non mi ha fatto demordere, criticare è facile per tutti, ma i barlettani amano la propria città e la storia ad essa legata, la conferma è arrivata durante il reading di Sebastiano Lo Monaco, quando in un castello buio, a metà discorso tutte le persone nella villa e nelle zone vicine sono esplose in un applauso, bloccando quasi la performance.
Anche se ne facevo parte mi sono accorta che c’era tantissima gente ad aspettare il passaggio del corteo, e anche se non vedevo un granché non avendo gli occhiali, ho sentito molti commenti di gente a cui passavo accanto, alcuni commenti carini e soddisfatti, altri meno belli e tristi, ma questo non mi ha fatto demordere, criticare è facile per tutti, ma i barlettani amano la propria città e la storia ad essa legata, la conferma è arrivata durante il reading di Sebastiano Lo Monaco, quando in un castello buio, a metà discorso tutte le persone nella villa e nelle zone vicine sono esplose in un applauso, bloccando quasi la performance.
A questo non
posso aggiungere null’altro che un grazie enorme da parte di tutti noi,
barlettani e non, che quest’anno per la prima volta abbiamo avuto la
possibilità di partecipare in maniera costruttiva alla Disfida, entrando nella
storia e facendone parte, sperando di trovare una situazione simile anche il
prossimo anno, crescendo sempre passo dopo passo, facendo della Disfida di
Barletta, la Disfida dei barlettani.
Grazie!
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